L’Aula di Palazzo Madama ha approvato definitivamente, con 184 voti favorevoli, nessuno contrario e nessuna astensione, il collegato alla manovra di bilancio sui titoli universitari abilitanti.


Il provvedimento, già approvato a larghissima maggioranza dalla Camera nello scorso mese di giugno, è volto a semplificare le modalità di accesso all’esercizio di alcune professioni regolamentate, per agevolarne l’inserimento nel mondo del lavoro, così come era già stato fatto negli scorsi mesi, nel pieno dell’emergenza pandemica quando, con la legge n. 18 del 2020, per far fronte alla carenza del personale medico venne introdotto il valore della laurea abilitante nell’ambito della laurea magistrale in medicina.


Si tratta di un passo in avanti di valore storico – commenta l’Onorevole Manuel Tuzi, tra i relatori della legge – in quanto velocizza l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Un cambiamento importante per chi si sta laureando, ma anche per chi intraprende la carriera universitaria.


Nei successivi decreti del Ministero sarà definito il percorso formativo necessario affinché la discussione della tesi di laurea corrisponda all’abilitazione. Un percorso che vede il nostro massimo impegno affinché diventi il più professionalizzante possibile.


Per le università che non si adeguassero alle nuove direttive, è stata mia cura far inserire un sistema sanzionatorio che blocca a tali facoltà i contributi dello Stato. Si tratta di una norma che deriva dall’esperienza avuta con la laurea in Medicina dove alcune università avevano interpretato in maniera autonoma la Legge, decidendo di procrastinarla ulteriormente e creando, di fatto, un doppio binario per gli studenti.
Trattandosi della prima riforma di questo genere approvata dall’Italia, avrà un monitoraggio particolare, sia da parte nazionale che dell’Europa in quanto necessaria per sbloccare i successivi fondi. Questo genere di sanzioni verso le università dovrebbero essere scontate ma è la prima volta che vengono attuate e consentiranno di garantire la messa in atto del provvedimento
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Con la conclusione del suo iter parlamentare la legge dovrebbe poter entrare in vigore già a inizio 2022, permettendo così la sua applicazione a partire dalla prossima sessione primaverile o, al più tardi, dall’anno accademico che avrà inizio nell’autunno del 2022.