Con delibera del 18/05/2022, il tavolo tecnico Salute e Sicurezza sul Lavoro della Commissione Europea ha avanzato la proposta per il riconoscimento del COVID-19 come malattia del lavoro. Parte ora l’iter per l’approvazione centrale e la ricezione a livello dei singoli Paesi Membri.
Il Punto 10 del Pilastro Europeo per i Diritti Sociali riconosce ai lavoratori il diritto di mantenere la propria salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Nel ricostruire i nostri paesi dopo il passaggio di questa immane catastrofe e della crisi che sta seguendo dobbiamo pensare in prospettiva di miglioramento, mantenendo questo principio al centro del nostro agire. Con queste parole Nicolas Schmit, Commissario europeo per il lavoro e i diritti sociali, aveva commentato il 28 Giugno 2021 il documento programmatico “Salute e sicurezza sul lavoro all’interno di un panorama occupazionale in evoluzione”.
A meno di un anno dalla approvazione di questo parere programmatico, inteso a rilanciare la necessità di una ripresa post-COVID in grado di tenere i professionisti come baricentro della propria azione, il tavolo tecnico Salute e Sicurezza sul Lavoro della Commissione Europea prosegue lungo questa direttiva, avanzando la proposta di inserire il COVID-19 tra la lista delle malattie professionali riconosciute.
Dopo un incontro che ha visto partecipare le parti sindacali e i rappresentanti degli Stati Membri, l’organo di consulenza della Commissione ha deciso di seguire l’esempio di alcuni paesi virtuosi dell’area Euro, che già hanno identificato il COVID come malattia ad alto impatto sulla capacità occupazionale dei paesi, interferendo con capacità produttiva, organizzativa e mercato del lavoro, con particolare riferimento al settore medico e assistenziale. Nonostante, si legga nel documento, il focus dell’Unione resti quello della prevenzione e della salvaguardia, anche in fatto di medicina del lavoro l’intervento sulle fasce e le categorie professionali più colpite dalla pandemia deve essere rapido e incisivo.
Questo accordo è un segnale politico forte, e mira espressamente a riconoscere, oltre che l’impatto generalizzato del COVID-19 sul mondo del lavoro, l’impegno cruciale e il sacrificio che questo ha comportato per tutte le professioni sanitarie.
Questa è solo una prima tappa del percorso, che però sembra già chiaramente impostato -spiega Nicola Paolucci, avvocato, consulente ANDI per la legislazione e le politiche europee -. Il parere del tavolo tecnico verrà proposto alla Commissione, che aggiornerà di conseguenza la propria lista di malattie del lavoro. Questa lista poi si proporrà come riferimento per i contesti nazionali, che andranno ad adattarne la portata sulla base dei singoli sistemi sanitari. Continueremo a monitorare la situazione, seguendo da vicino tutti gli sviluppi di questa nuova, promettente raccomandazione UE.
Leggi qui il parere della Commissione Salute e Sicurezza sul Lavoro il parere sul COVID
Leggi qui le Raccomandazioni della Commissione sell’elenco delle malattie infettive
L’articolo COVID-19: verso la qualifica di malattia del lavoro in tutta Europa proviene da ANDI.