Ingresso nel mondo del lavoro, laurea abilitante, patto generazionale, sono molti i temi di interesse per i giovani odontoiatri che si trovano a dover affrontare la professione.
Nell’intervista ad ANDI OGGI il punto di vista di Gianluca Pancrazi, Presidente AISO, l’Associazione che rappresenta gli studenti di Odontoiatria.

Quali sono i vostri timori e le aspettative dei giovani Odontoiatri riguardo l’ingresso nel mondo del lavoro?

Tra gli obiettivi di AISO, l’Associazione Italiana degli Studenti di Odontoiatria, che mi onoro di presiedere, c’è sempre stata la diminuzione dello scalino che esiste tra il mondo universitario e quello della professione.

È ovvio che uno studente, specialmente se non è figlio darte o se non ha avuto modo di seguire molto la clinica, può essere disorientato dall’ingresso nel mondo della professione, a maggior ragione ora che la laurea in odontoiatria e protesi dentaria si configura ufficialmente come laurea abilitante.

In questottica come rappresentanza degli studenti di odontoiatria in Italia siamo al lavoro con la Conferenza Permanente dei Presidi di Odontoiatria ed il Collegio dei Docenti per contribuire a migliorare la qualità della formazione erogata nei Corsi di Laurea.

Abbiamo inoltre fortemente voluto collaborazioni con le più importanti società scientifiche italiane per aumentare le opportunità riservate ai nostri associati, nonché le partnership con le aziende e linserimento, come socio uditore, degli studenti nel panorama professionale di ANDI già dal 5 anno di studi.

Il fine ultimo è sempre orientato al paziente: se luniversità cresce, cresce anche la formazione dello studente e di conseguenza migliora anche il beneficio per il paziente.  Al Congresso di ANDI Emilia-Romagna del 4 dicembre si parlerà del patto generazionale, un aspetto in cui noi crediamo molto.

Allo stato attuale qual è l’orientamento dei neolaureati, prevale la scelta per un rapporto dipendente o per la libera professionista?

Gli orientamenti oggi sono molteplici, in quanto ormai non esistono solo il dipendente o la libera professione. Se prima cera una netta prevalenza per questultima, ora si guarda anche ad altro e lo dimostra la richiesta del riconoscimento della laurea in odontoiatria quale laurea specialistica a tutti gli effetti per entrare nelle strutture pubbliche.

Stanno finalmente aumentando i PhD (dottorati di ricerca) riservati allOdontoiatria nonché le strutture che si dedicano come attività prevalente alla ricerca in odontoiatria. È stato di recente inaugurato a Torino lOrofacial Research&Surgical Training Center, uno dei più innovativi centri di ricerca odontostomatologica in Europa.

Su questa scia anche i posti per laccesso alle Scuole di Specializzazione di area odontoiatrica sono in aumento. Io, ad esempio, sono uno studente dellUniversità degli studi di Perugia, sede nella quale da questanno aprirà una nuova scuola di specializzazione in Odontoiatria pediatrica diretta dal Prof. Stefano Cianetti.

Tutto questo riflette lespansione che sta avendo lodontoiatria non solo nelle singole branche cliniche, ma anche in termini di opportunità che il laureato può cogliere.

Chi vuole fare il dipendente, al pari di chi vuole dedicarsi alla libera professione, devessere tutelato ed il compito è far sì che ci siano regole precise.

Dunque, è un mondo in divenire che necessita di riflessioni.

L’AISO sta avviando il progetto “Deomofobina”, relativo ai temi della pratica odontoiatria ed identità sessuale. Quale sarà il suo sviluppo?

È un progetto in cui crediamo molto. Abbiamo approfondito un tema che molto spesso viene affrontato in maniera superficiale, ossia quello dell’identità di genere all’interno dell’Odontoiatria, che prevede necessariamente due aspetti: da una parte medici, dall’altra il paziente lgbtq+. A partire dal concetto che prendiamo in cura una persona e non curiamo solamente una patologia, il primo passo è quello di instaurare con il paziente un rapporto umano. Tramite la collaborazione con GECO, Associazione di volontariato torinese di genitori e figli contro l’omotransfobia, abbiamo dato vita a questo progetto in cui abbiamo coinvolto una psicologa, psicoterapeuta e sessuologa clinica che da anni si occupa di formazione su questi temi anche in ambito sanitario, la Dott.ssa Margherita Graglia. L’obiettivo è riflettere sulle diverse sfaccettature dell’identità dei nostri pazienti e imparare come utilizzare queste conoscenze per migliorare la pratica clinica. Ad aiutarci c’è un gadget che GECO ha già proposto in più edizioni a varie realtà di volontariato nazionali, Deomofobina, che, come un farmaco, contiene le pillole di conoscenza necessarie per contrastare la disinformazione e le discriminazioni basate sull’identità sessuale. Il 23 novembre alle 18.30 ci sarà un webinar, ad iscrizione gratuita ed aperta a tutti, studenti, soci AISO e non, odontoiatri e medici, dal titolo “Parole sane per una bocca in salute”. Per iscriversi e avere tutte le informazioni a riguardo si può visitare la pagina web al link www.linktr.ee/isoitaly .