Nel 1942 Lord William Beveridge presentò a Winston Churchill, che gli aveva affidato tale incarico, una proposta organica di riorganizzazione del Welfare pubblico.
Il suo Piano, successivamente approvato dal Governo, prevedeva, tra l’altro, una pensione pubblica di uguale ammontare per tutti, indipendentemente dalla singola capacità contributiva.
Tale pensione ‘’minima’’ poteva essere integrata attraverso versamenti previdenziali volontari. Il concetto liberale che ispirava questa formula era che, a chi cessava l’attività lavorativa per l’età o per motivi di salute, doveva essere garantito dallo Stato un tenore di vita decoroso, ma contemporaneamente ognuno poteva crearsi uno spazio di ulteriore benessere economico attraverso scelte autonome e personali.
Gli attuali sistemi pensionistici trovano ancora oggi nei concetti del Piano Beveridge un preciso punto di riferimento.
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