Il dottor Edoardo Cavallè (ANDI Milano), nuovo Presidente Eletto ERO, intervistato per ANDIOGGI, parla del suo nuovo impegno europeo.
Quali sono le caratteristiche dello European Regional Office di FDI?
ERO nasce il 31 gennaio 1965, come spazio federativo di confronto e dialogo per i professionisti del settore odontoiatrico dell’Europa – Occidentale, al tempo. Oggi, ERO accoglie i professionisti di associazioni di categoria e altre organizzazioni afferenti al mondo della medicina orale: oltre 550.000 dentisti provenienti da 35 paesi, situati anche al di fuori dell’Unione Europea (Israele, Kazakistan, Turchia, Georgia, Ucraina.). Tramite l’attività dei suoi gruppi di ricerca e tavoli tecnici, ERO costituisce un organo di coordinamento per la professione in fatto di pratica clinica, ricerca, educazione universitaria, formazione continua, integrazione con la medicina di base, indagando le possibilità e gli ostacoli all’avanzamento della professione. Il board dirigenziale viene eletto con cadenza triennale dall’assemblea plenaria, che si riunisce due volte l’anno; questi incontri vengono ospitati dai vari membri, che hanno così occasione di presentare il proprio paese e l’attività associativa ai delegati riuniti. Allo scadere del proprio mandato triennale, il Presidente Eletto subentra automaticamente al Presidente.
Qual’è il mandato dell’ERO?
“Il mandato di ERO è semplice: sostenere la ricerca e la pratica odontoiatrica come libera professione basata su una formazione di qualità, promuovendo l’accessibilità a cure efficaci e mettendo al centro il rapporto tra medico e paziente. Per farlo, ERO promuove la circolazione di dati, professionisti e pratiche tra i suoi membri, oltre a fornire gli strumenti e gli spazi per registrare e regolare gli effetti di questo scambio. La pandemia ci ha colpiti abbastanza duramente: nonostante l’attività sia continuata in formato virtuale, lo stato attuale delle tecnologie dell’informazione, lo sappiamo, non vicariano completamente il valore del meeting in presenza. Il compito, ora, è quello di assistere la professione nella sua lenta ripresa, la sua transizione verso una nuova normalità, come ricordato dal piano programmatico della World Dental Federation, Vision 2030. La strada da percorrere è in salita: tutti i sistemi europei sono stati colpiti duramente dal COVID, e vengono ora messi ulteriormente alla prova dalla tensione che si alimenta di vecchi e nuovi conflitti come ormai da due mesi, nella stessa Europa. Rispondere alle incognite di questo periodo storico richiede una visione chiara, e necessiterà di molto lavoro.
Andando più nello specifico: quali sono le interazioni che prospetta tra ANDI ed ERO, nei prossimi anni?
Delegati ANDI sono da sempre presenti all’interno dei consessi più rappresentativi per la professione, collaborando all’attività dei board e a quella dei gruppi di lavoro e dei tavoli tecnici con competenza e continuità con competenza e professionalità. Si apre oggi per l’associazione e per il socio un periodo propizio, in cui rinsaldare gli accordi con le associazioni estere (ricordiamo i numerosi patti bilaterali che legano ANDI a numerosi partner stranieri) e aprire nuovi tavoli di confronto. Anche il semplice contatto diretto con le problematiche affrontate dai colleghi è prezioso per ANDI. In Europa le Associazioni Odontoiatriche soffrono delle nostre stesse problematiche e difficoltà, in relazione all’avviamento professionale per i giovani laureati, al contenimento e al monitoraggio del capitale in odontoiatria, alla complessità del rapporto con i sistemi di salute pubblica. Dal confronto con queste realtà emergono spunti e tensioni che, gestite con competenza dall’associazione, riescono ad anticipare situazioni che possono rivelarsi altrimenti problematiche per il socio e per tutti i professionisti italiani. Abbiamo a questo proposito organizzato un meeting nelle prossime settimane con la Presidente ERO, Dott.ssa Simona Dianiskova, a cui parteciperanno anche il Presidente Ghirlanda e il dottor Berto, Responsabile Ufficio Esteri; l’obiettivo è quello di individuare i punti di interesse comune, e sviluppare una strategia di azione di lunga durata.
In conclusione, si apre per noi un momento estremamente propizio, che sapremo cogliere e declinare al meglio delle nostre capacità. Questa possibilità non sarebbe stata possibile senza il supporto di ANDI, associazione che per me è casa ormai dal 2006. Voglio quindi ringraziare il nostro Presidente, Carlo Ghirlanda, e il Vicepresidente Berto per avermi sostenuto finora. Adesso è tempo di far valere ancora una volta la nostra voce e la nostra caratura, in Europa e nel mondo.
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