È la richiesta avanzata da APM, Alleanza per la Professione Medica – intersindacale di categoria rappresentativa di oltre 100mila medici, che oggi, nel corso di un convegno ha incontrato il ministro Speranza e i rappresentanti della classe politica, per parlare della proposta di riforma del Piano.
“Senza i medici non si fa la sanità” è l’allarme lanciato dal portavoce di APM, Alleanza per la Professione Medica, Antonio Magi ascoltato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, dal Sottosegretario Pierpaolo Sileri, dalla Presidente della Commissione Igiene e Sanità, Anna Maria Parente. Molti i politici intervenuti durante l’evento “PNRR: cosa ne pensano i medici”: Rossana Boldi -Lega, Marcello Gemmato – Fdi, Nicola Provenza M5S, Mara Lapia – Gruppo Misto, Fabiola Bologna – Coraggio Italia, Filippo De Vito – PD, Silvana Nappi – M5S.
Le sette sigle che costituiscono Alleanza per la Professione Medica, APM, ovvero ANDI, CIMOP, Federazione CIMO-FESMED, FIMMG, FIMP, SBV e SUMAI nel loro manifesto chiedono in sostanza di: promuovere e difendere l’indispensabile autonomia decisionale del medico, che deve sostanziarsi anche nella possibilità di partecipare concretamente al governo del contesto organizzativo in cui esercita la propria attività professionale;
– promuovere una diversa progressione professionale e di carriera nel corso della vita lavorativa che esalti la sfera professionale, anche attraverso una valutazione/certificazione periodica delle abilità professionali individuali in una logica meritocratica;
– rivendicare una corretta programmazione delle attività formative, sia per quanto riguarda i tempi e le modalità di accesso al corso di laurea, alle specialità e al corso di formazione in medicina generale; sia per quanto riguarda contenuti e luoghi di formazione specialistica, propedeutica per la successiva immissione nel mondo del lavoro eliminando una volta per tutte l’imbuto formativo;
– recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del SSN;
salvaguardare la libera professione medica e odontoiatrica dalla sempre più incombente pressione burocratica e fiscale;
– proporre modelli organizzativi e di governance che sappiano coniugare gli obiettivi del PNRR con le reali esigenze dei professionisti e dei cittadini;
– consentire la libera scelta del medico e odontoiatra curante da parte del cittadino che ne esalti il rapporto fiduciario Medico paziente sia nella medicina generale che nella specialistica ambulatoriale convenzionata ed accreditata che nella pediatria di libera scelta valorizzando il lavoro in team impedendo anche il protrarsi dei condizionamenti esercitati dai providers di reti di sanità integrativa.
– necessità di equilibrare in sanità il rapporto fra professione e capitale.
“Soddisfazione per la partecipazione degli esponenti politici che ci hanno ascoltato e si sono dichiarati disponibili a recepire le nostre proposte riguardanti il PNRR. Il Recovery oggi è completamente privo di riferimenti ai professionisti medici, senza i quali non solo le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità rischiano di essere delle scatole vuote ma anche il Servizio sanitario nazionale rischia di non essere più tale, non potendo svolgere il suo ruolo di tutela della salute dei cittadini. Tutto ciò in un momento storico in cui, anche a causa del Covid, la gobba pensionistica sta per raggiungere il suo apice e il carico burocratico è sempre più preponderante, a discapito del tempo da dedicare al rapporto medico-paziente”.
“Alla luce di queste considerazioni – conclude Magi – come APM ribadiamo alla politica l’esigenza di ascoltarci e di coinvolgerci nei piani di riforma che riguardano, direttamente o indirettamente, la professione medica perché come la pandemia ha ulteriormente dimostrato senza i medici non si fa la sanità.
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