Illustrazione della struttura del disegno di legge delega
Nei prossimi mesi uno dei temi centrali dell’azione di Parlamento e Governo sarà rappresentato dalla definizione dei principi e dall’attuazione della riforma fiscale. Proprio in questi giorni, infatti, la bozza del disegno di legge delega con i criteri della riforma è all’esame della Camera dei Deputati, esame a cui seguirà il passaggio al Senato per la definitiva approvazione del testo. A quel punto toccherà al Governo – in ossequio ai principi e ai criteri definiti dalla delega – dettare i relativi decreti attuativi.
Nonostante l’iter sia in corso di svolgimento, è già possibile individuare e commentare le linee di riforma contenute nella bozza di delega, rappresentando la probabile evoluzione del sistema fiscale italiano, con particolare riferimento alle posizioni dei liberi professionisti. Il testo al vaglio del Parlamento si compone di 20 articoli, toccando sia fattispecie di carattere generale, quali il rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuente e la codificazione del diritto tributario, che la regolamentazione di singoli tributi, quali l’Irpef, l’Ires e l’Irap.
Preliminarmente, ai fini dei nostri approfondimenti potremmo raggruppare le norme contenute nell’articolato in tre categorie:
- iniziative che riguardano tutti i contribuenti compresi i liberi professionisti;
- azioni che riguardano i soli liberi professionisti;
- linee di intervento che non riguardano i liberi professionisti.
In estrema sintesi, i nostri interventi saranno focalizzati sulle prime due categorie, senza entrare nel merito delle questioni che, direttamente o indirettamente, non impattano sui liberi professionisti.
Tra le linee di intervento di carattere generale definite dalla delega merita una specifica menzione l’idea di riequilibrare il rapporto tra contribuenti e amministrazione fiscale, attualmente pendente a favore di quest’ultima: dalla capacità di realizzare tale auspicio, che passa attraverso la revisione e il rafforzamento dello Statuto dei diritti del contribuente, dipenderà gran parte del successo della riforma. Apprezzabile anche l’intento di provvedere a codificare la normativa fiscale, oggi frammentata, spesso in maniera disorganica, in una considerevole pluralità di norme.
Tra le azioni che riguardano i liberi professionisti troviamo senz’altro la riforma del modello di imposizione sui redditi prodotti dalle persone fisiche, che dovrebbe prevedere una progressiva transizione verso un sistema di tassazione piatta (flat tax), ma anche la realizzazione di alcune proposte ideate negli ultimi anni all’interno delle rappresentanze delle libere professioni: la defiscalizzazione dei rendimenti delle casse professionali, la semplificazione dei criteri di determinazione del reddito di lavoro autonomo e, finalmente, la neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione e aggregazione degli studi professionali, con uno specifico riconoscimento del ruolo e del valore delle Società Tra Professionisti (S.T.P.).
Andrea Dili
Dottore commercialista
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